Non solo il Mercato Unico: dai Cluster agli sforzi legislativi e finanziari, l’Europa può fare da volano per lo sviluppo delle aziende manifatturiere
Guardare all’Europa. Non solo al Mercato Unico e alle possibilità che questo offre alle imprese, ma anche alla Commissione Europea come alleata nella definizione delle strategie di sviluppo e nel sostegno agli investimenti. È questo il messaggio che Marek Przeor, Team Leader della Cluster Policy alla DG GROW, ha lanciato dal palco dell’Assemblea Generale di AFIL, tenutasi il 26 giugno 2023 a Milano, presso Palazzo Lombardia.
Nato esattamente trent’anni fa, al 2021 il libero movimento delle merci ha visto crescere del 510% le esportazioni intra-UE, che oggi valgono 3.428 miliardi di Euro. Secondo il funzionario di Bruxelles, tali numeri sono frutto del lavoro di 23 milioni di aziende che occupano 128 milioni di addetti e che rappresentano il 15% del PIL mondiale per quanto riguarda beni e servizi. E che ha potenzialità per crescere ancora. “La rimozione di ulteriori barriere nel Mercato Unico può generare benefici per 713 miliardi di Euro da qui al 2029”, ha sottolineato Przeor.
Come detto, però, il vantaggio competitivo di operare all’interno dell’Unione Europea non si limita all’accesso al Mercato Unico, di per sé già notevole. “All’interno di questo contesto, operano oltre 1.500 Cluster”, realtà come AFIL che si occupano di far incontrare il mondo della ricerca con quello dell’impresa, dialogando con le istituzioni per favorire lo sviluppo economico. “Come Commissione vogliamo favorire la collaborazione sulla progettazione e sugli investimenti” – ha aggiunto il funzionario della DG GROW – “in questo contesto soggetti come AFIL, impegnati sul fronte della sostenibilità e della manifattura avanzata, possono rappresentare un valore aggiunto per i nostri sforzi”.
Il gruppo di esperti europeo sui Cluster consiglia la Commissione Europea, i paesi e le regioni dell’Unione Europea su come utilizzare strategicamente tali enti per la politica industriale, la collaborazione interregionale e l’integrazione delle PMI nell’UE e nelle catene del valore globali, anche attraverso strumenti specifici, come la European Cluster Collaboration Platform (ECCP), piattaforma di collaborazione aperta tra i Cluster, che mette a disposizione di chiunque sia interessato un database con le migliori pratiche europee nel settore.
E poi ci sono gli indirizzi politici dell’Unione Europea. Come il Chips Act, che ha stanziato 43 miliardi di Euro per produrre chip in Europa con l’obiettivo di arrivare a rappresentare il 20% del mercato mondiale entro il 2030. O il Critical Raw Materials Act, per diversificare le fonti di approvvigionamento di metalli e terre rare, sul modello di quanto fatto con il gas dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Ancora, il Digital Market Act ed il Net Zero Act. “Vogliamo diversificare, stimolare gli investimenti, lavorare sul riciclo dei materiali e sul miglioramento delle skill dei lavoratori”, ha spiegato Przeor, sottolineando, in chiusura, come il 75% dei fondi messi a disposizione dei Cluster siano destinati alle piccole e medie imprese: davvero, l’Europa è molto più del Mercato Unico.

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